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       30/10/2025
      
      
      
 
  
 
 
  
  
   
   
   
   
   
   
   
   
   
  
  
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
  
 
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
 
L’educazione alla riservatezza non è solo questione tecnica
o tecnologica.
La vita in "rete": rischi che si celano dietro
un semplice click
In un’epoca in cui la vita – anche quella privata – tende a
svolgersi in “rete”, la tutela della riservatezza assume un rilievo centrale
non solo per gli adulti, ma ancor più per chi — bambini o adolescenti — può non
avere piena consapevolezza dei rischi che si celano dietro un semplice click.
La fotografia, che fino a ieri era un ricordo custodito in
album cartacei, oggi può diventare un file condiviso istantaneamente con
migliaia di persone: da questo salto deriva una vulnerabilità nuova, che non
può essere trascurata.
Il diritto all'immagine e quando si tratta di bambini?
Sul piano giuridico, il diritto all’immagine non è mera
formalità: esso rappresenta una manifestazione del diritto più generale alla
persona, all’autodeterminazione e alla protezione dei dati personali.
In Italia, il Regolamento UE 2016/679 (cd. GDPR) e la
normativa nazionale collegata pongono limiti precisi al trattamento delle
immagini, specie quando il soggetto ritratto è minorenne. Quando si
tratta di bambini, l’atto di pubblicare fotografie sui social non può
considerarsi un comportamento neutro: diviene un’operazione che investe la
dignità, la reputazione e la sfera privata del minore. Il Garante per la
protezione dei dati, peraltro, ha più volte richiamato l’attenzione sul
fenomeno dello “sharenting” — ossia la condivisione (talvolta eccessiva) dei
contenuti che riguardano i figli da parte dei genitori — evidenziando come essa
possa generare un’impronta digitale del tutto indipendente dalla volontà del
bambino e, in certi casi, porre le basi per usi impropri e pericolosi delle
immagini.
Il compito educativo delle famiglie
In questa prospettiva, il compito educativo che i genitori
hanno nei confronti dei figli è quanto mai delicato: non basta vietare le foto
o imporre restrizioni tecniche, ma occorre spiegare, sia a parole sia con
l’esempio, che ogni immagine ha una storia, un uso e un confine. I figli devono
comprendere che un’immagine pubblicata su un social non “appartiene”
più soltanto a chi la scatta o la condivide, ma può essere duplicata,
modificata, memorizzata, diffusa da soggetti terzi anche al di fuori del
controllo originario. In casi estremi, immagini innocue possono essere
strumentalizzate — a fini di furto d’identità, manipolazione, costruzione di
profili falsi — o essere inserite in contesti lesivi, ben oltre l’intento
originale.
Accanto a questo ruolo fondamentale dei genitori, i
nonni (o altri familiari) possono svolgere una funzione di alleato di
saggezza: prima ancora che possano scattare foto o proporle sui social, è utile
che insieme al bambino si riflettano le conseguenze potenziali di ogni
condivisione. Spesso i nonni, con la loro esperienza generazionale, possono
aiutare a evocare analogie offline — come la scelta di volere un’immagine
conservata in famiglia anziché resa pubblica — e a rafforzare l’idea che la
riservatezza non è un gesto punitivo, ma una barriera preventiva.
Naturalmente, non si tratta di vietare ogni utilizzo delle
immagini: le fotografie possono raccontare affetto, memoria, creatività. Ma chi
le condivide — che sia un genitore o un parente — ha la responsabilità di
operare scelte ponderate: preferire modalità riservate (cerchie ristrette,
privacy restrittive), chiedere il consenso informato (anche del minore, quando
è in grado di comprenderlo), evitare scatti troppo intimi o esposti, evitare
tag indiscriminati, e rinviare ad altri momenti la pubblicazione in cui il
minore abbia voce in capitolo.
Dal punto di vista legale
Dal punto di vista legale, va sottolineato che il
trattamento delle immagini (come dato personale) presuppone una base giuridica
(ad es. il consenso), e che in caso di minore di quattordici anni spesso la
condivisione costituisce un atto di straordinaria amministrazione, che richiede
l’accordo di entrambi i genitori. Il Garante, in un recente provvedimento (n.
681 del 13 novembre 2024), ha sancito che un genitore non può unilateralmente
pubblicare una fotografia del figlio sui social senza il consenso dell’altro
genitore, imponendo in tal caso l’obbligo di cessare l’uso dell’immagine. 
L'educazione alla riservatezza
In conclusione, l’educazione alla riservatezza non è solo
questione tecnica o tecnologica, ma questione di rispetto della persona, della
sua autonomia e del suo diritto a decidere cosa rimanere privato e cosa
diventare pubblico. I genitori e i nonni, ognuno nel proprio ruolo, possono
cooperare per trasmettere ai figli e ai nipoti una consapevolezza: la vera
libertà digitale passa anche dal rispetto dei confini dell’immagine, e da una
cultura del “possesso responsabile” dello spazio digitale.
In allegato troverete delle “Pillole di diritto per i
Nonni” ovvero delle slides di approfondimento in materia di minori e
privacy.