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05/07/2021
E’ stata pubblicata dalla Commissione europea l’edizione 2021 dell’Ageing Report (Rapporto triennale sull’Invecchiamento), in cui vengono stimate, a livello di Ue, proiezioni nel lungo periodo riferibili a voci di spesa legate al fenomeno della transizione demografica in corso e alle sue conseguenze su tutta una serie di scenari.
Le proiezioni supportano anche l’analisi dell’impatto macroeconomico dell’invecchiamento della popolazione sul mercato del lavoro e sulla crescita potenziale.
Il Report è elaborato, su mandato dell’Ecofin (Consiglio Economia e Finanza), dall’Economic Policy Committee (EPC), sulla base delle proiezioni demografiche fornite dall’Eurostat, l’ufficio statistico dell’Unione europea, e riferite ad un arco temporale che va dal 2019 al 2070.
E’ infatti sempre più necessario, secondo la Commissione, un costante monitoraggio sulla sostenibilità delle finanze pubbliche nell’Ue, basato su informazioni affidabili e comparabili, adeguatamente utilizzate per prevedere e comprendere le nuovi possibili sfide che prospetta il futuro, e, in particolar modo, quelle derivanti dai cambiamenti demografici che si svilupperanno nei prossimi decenni.
Le proiezioni nel lungo periodo presenti nel rapporto mostrano in quali Paesi , in quali tempi e in quale misura, le pressioni, a tutti i livelli, della transizione demografica (in particolare con il passaggio al pensionamento della generazione dei baby-boomers e con una aspettativa di vita che continua a crescere) stanno accelerando, e in che modo ci si aspetta che impattino su economia e società. Esse sono utili, altresì, a raccogliere le sfide che, nell’immediato e in futuro, i governi, nelle loro agende politiche, devono tenere in considerazione e saper anticipare.
Il report ha inoltre la finalità di alimentare una serie di dibattiti politici e di attivare nuovi processi di azione a livello di Unione, sia nel contesto del coordinamento delle politiche economiche che per di identificare le opzioni politiche più rilevanti in linea con l’azione dell’Unione.
Le proiezioni demografiche nel lungo termine descrivono uno scenario in cui la popolazione totale dell’Ue diminuirà gradualmente fino a subire, nei prossimi decenni, un cambiamento significativo nella struttura per età.
Secondo l’Eurostat, la popolazione complessiva dovrebbe ridursi del 5% tra il 2019 e il 2070, passando da 447 milioni di persone a 424 milioni di persone.
Sempre entro il 2070 la quota di popolazione dell’Ue rispetto alla popolazione mondiale totale dovrebbe ridursi del 3,7% (rispetto al suo valore corrente, che si attesta al 5,7%) e la quota di anziani all’interno della popolazione totale europea sarà la seconda più alta a livello globale fra le grandi economie, anche in conseguenza di fattori come il calo dei tassi di fertilità, l’aumento dell’aspettativa di vita e i flussi migratori.
La popolazione in età lavorativa (ossia la fascia di persone compresa, più o meno, fra i 20 e i 64 anni) diminuirà ancora più marcatamente, passando da 265 milioni di persone nel 2019 a 217 milioni nel 2070.
Nel complesso si stima che l’età media aumenterà di 5 anni sia per gli uomini che per le donne entro il 2070 (raggiungendo i 47,3 anni per gli uomini e i 50,3 anni per le donne).
Nell’Ue, la speranza di vita alla nascita per gli uomini dovrebbe aumentare di 7,4 anni nel periodo di proiezione considerato, passando da 78,7 anni nel 2019 a 86,1 anni nel 2070. Per le donne dovrebbe aumentare di 6,1 anni, passando da 84,2 anni nel 2019 a 90,3 nel 2070.
L’indice di dipendenza degli anziani (la cosiddetta old age dependency ratio, che esprime il rapporto tra la popolazione di 65 anni e più e quella in età lavorativa tra i 15 e i 64 anni, moltiplicato per cento), nell’Ue, dovrebbe aumentare di 24,7 punti percentuali, passando dal 34,4% nel 2019 al 59,2% nel 2070.
Ciò vuol dire che l’Ue passerebbe dall’avere circa tre persone in età lavorativa per ogni persona di età pari o superiore a 65 anni ad averne meno di due.
Le riforme legislative in materia di pensioni avranno un impatto considerevole sull’aumento dei tassi di partecipazione dei lavoratori più anziani al mercato del lavoro.
Nella maggior parte degli Stati membri dell’Ue si prevede che le riforme legislative in materia di pensioni avranno un impatto importante in particolar modo sulla partecipazione al mercato del lavoro dei lavoratori di età compresa fra i 55 anni e i 64 anni e interesseranno soprattutto le donne.
Nell’Ue nel suo insieme, il tasso di crescita medio annuo del Pil dovrebbe rimanere abbastanza stabile nel lungo termine. Nei calcoli fatti in riferimento ad uno scenario di base, si prevede una crescita media annua del Pil potenziale dell’1,3% nel periodo 2019-2070 per l’Ue nel suo insieme.
Il costo totale dell’invecchiamento nell’Ue (che include la spesa per le pensioni, l’assistenza sanitaria, l’assistenza a lungo termine e educazione) è destinato ad aumentare nel lungo termine. Si prevede che il costo totale dell’invecchiamento, pari al 24% del Pil nel 2019, aumenterà di 1,9 punti percentuali del Pil nell’Ue entro il 2070.
Il report è interamente consultabile al link: https://ec.europa.eu/info/sites/default/files/economy-finance/ip148_en_0.pdf