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25/11/2023
L’ Articolo 1 della Dichiarazione sull’Eliminazione della Violenza contro le Donne, emanata dall’Assemblea Generale nel 1993, definisce la violenza contro le donne: “ogni atto di violenza fondata sul genere che abbia come risultato, o che possa probabilmente avere come risultato, un danno o una sofferenza fisica, sessuale o psicologica per le donne, incluse le minacce di tali atti, la coercizione o la privazione arbitraria della libertà, che avvenga nella vita pubblica o privata”.
Sono passati 30 anni dalla citata Dichiarazione, ma la violenza contro le donne continua ad imperversare, con un incremento costante dei femminicidi.
Ogni giorno, ogni settimana, ogni mese, l'elenco dei nomi, delle vite e delle storie di donne morte per mano degli uomini viene visto al rialzo. Solo nel corso del 2023, ce ne sono state 108, molte avevano meno di trent'anni.
La recente morte di Giulia Cecchettin, testimonia come le misure adottate sino ad oggi non siano state sufficienti a risolvere almeno in parte a piaga della violenza sulle donne.
Sensibilizzare, informare, combattere il silenzio assordante che ruota intorno alla solitudine di queste donne, la società non può continuare ad essere colpevole di questa terribile distrazione.
Siamo consapevoli che le sole manifestazioni non bastano, occorre un progetto serio e condiviso dalle istituzioni, dalle parti sociali e dalla società civile per aiutare le donne ad abbattere le barriere socio-culturali che sono all’origine della violenza.
Siamo consapevoli che di fronte al fenomeno abbiamo la responsabilità di una rigenerazione della società civile, attraverso meccanismi alternativi a quelli che producono iniquità.
La Cisl da anni si batte per tale rigenerazione e per la rimozione di ogni ostacolo allo sviluppo, alla pace, alla realizzazione dei diritti umani delle donne e delle ragazze per il raggiungimento dell’uguaglianza di genere.
Dalla violenza si può uscire garantendo alle donne, nel presente e nel futuro, il diritto a vivere un’esistenza di dignità e di rispetto.