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07/10/2020
Il superamento delle barriere fisiche, sensoriali, percettive, culturali, sociali ed economiche delle persone disabili è un obiettivo ancora molto lontano. Bambini, adulti o anziani e le loro famiglie, sono ancora “invisibili ed esclusi” dagli spazi pubblici e perfino dalla loro stessa casa perché le abitazioni non sono adatte a facilitare la loro vita indipendente.
Le condizioni imposte dall'emergenza sanitaria da Covid19 stanno avendo effetti ancor più destabilizzanti sull'inclusione e l'accessibilità delle persone fragili, che hanno visto ulteriormente ridotti la loro vita sociale e il loro diritto all'autonomia.
L'accessibilità deve essere il requisito centrale di tutti i piani e i progetti della pubblica amministrazione al pari di quelli soliti previsti (requisiti tecnici, funzionali, parametri dimensionali, ecc.); essa deve riguardare non solo l'architettura e l'ingegneria, ma l'urbanistica, la scuola, la sanità, la cultura, l'economia, la formazione universitaria, le associazioni e gli enti pubblici.
Serve, dicono gli esperti, desettorializzare il tema dell'accessibilità e quindi anche i P.E.B.A., ovvero i Piani di Eliminazione delle Barriere Architettoniche, che rappresentano gli strumenti in grado di monitorare, progettare e pianificare interventi finalizzati al raggiungimento di una soglia ottimale di fruibilità degli edifici per tutti i cittadini e le cittadine, devono far parte della pianificazione generale.
Il 9 settembre 2020 la Commissione per i Diritti Umani del Senato ha approvato una Risoluzione sul diritto a una vita libera e dignitosa per le persone con disabilità composta di quattordici punti, che impegnano il Governo:
I. ad attuare pienamente le Convenzioni internazionali che riguardano i diritti e l'inclusione delle persone con disabilità sottoscritte e ratificate dall'Italia;
II. ad adottare le misure necessarie per dare attuazione completa alle norme di legge sulla integrazione delle persone disabili e il miglioramento della loro vita nella società;
III. ad operare concretamente e celermente, d'intesa con gli enti territoriali, per la rimozione delle barriere architettoniche;
IV. ad adottare iniziative volte a garantire l'inserimento e la piena integrazione delle persone con disabilità nel mondo del lavoro, anche allo scopo di contrastare le conseguenze negative dell'emergenza sanitaria da Covid-19;
V. a sostenere le famiglie e i caregiver;
VI. a stanziare le risorse necessarie per accrescere gli importi delle pensioni e degli assegni di invalidità, sia rispetto agli invalidi civili totali - anche alla luce della sentenza della Corte costituzionale del 20 luglio 2020, n. 152, che li concerne - sia rispetto agli altri titolari di pensioni o assegni non interessati da tale sentenza;
VII. a dare attuazione in tutte le sue parti alla legge 112/2016, cosiddetta “Dopo di noi”;
VIII. a realizzare la Disability Card prevedendo l'accesso gratuito – o a costi ridotti – a trasporti e a beni e servizi culturali che possano valere anche all'estero;
IX. ad ampliare e completare i servizi che si occupano della disabilità psicofisica di bambini e adolescenti, alle loro necessità riabilitative specifiche;
X. a provvedere a un ulteriore aggiornamento del Nomenclatore tariffario che tenga conto delle esigenze dei disabili più gravi;
XI. a rafforzare e consolidare il ruolo dell'Ufficio per le politiche in favore delle persone con disabilità presso la Presidenza del Consiglio e l'Osservatorio nazionale sulla condizione delle persone con disabilità;
XII. a promuovere ogni iniziativa necessaria nella scuola e nella formazione, per permettere a tutti gli studenti con disabilità di partecipare agli insegnamenti ed alle attività;
XIII. a dotare di adeguate risorse finanziarie le Regioni e gli altri enti locali, anche per assicurare l'omogeneità dei servizi sul territorio, prevedendo meccanismi di controllo sull'uso di tali risorse;
XIV. ad attivarsi presso le Istituzioni europee, affinché le risorse stanziate nel Fondo Sociale Europeo Plus tengano conto delle esigenze relative alle disabilità, e le spese destinate a politiche di inclusione delle persone disabili siano escluse da limitazioni e vincoli previsti dal Patto di stabilità.
Secondo la nostra Federazione la Risoluzione approvata dalla Commissione per i Diritti Umani del Senato contiene una grave carenza, concernente il tema della vita indipendente delle persone con disabilità e i diritti delle donne e delle ragazze con disabilità, tema al quale, l'articolo 6 della Convenzione ONU, dedicato appunto alle Donne con disabilità, sottolineava con grande evidenza, «le discriminazioni multiple cui sono soggette le donne con disabilità».