Tante presenze stamani a Piazza del Gesù, in occasione del primo maggio. Un primo maggio non a colori, ma caratterizzato da concetti forti, purtroppo negativi quali: lavoro nero, partenza dei giovani ormai disillusi, poca sicurezza nei luoghi di lavoro, troppi disoccupati, paghe irrisorie, donne senza impiego. Queste le riflessioni di una festa organizzata da Cgil, Uil e Cisl per urlare ancora una volta, a gran voce i problemi di una città e della nazione intera.
Il tema della celebrazione del 1° Maggio 2018 è la sicurezza sul lavoro. Ma per parlare di sicurezza sul lavoro, condizione fondamentale è l'esistenza del lavoro, che dovrebbe essere garantito a tutti.
Ha preso la parola per primo, il Segretario Generale FNP Cisl Napoli, Angelo Finizio. denunciando la situazione attuale e ponendo l'accento su argomenti ben precise.
Sconforto ed indignazione sono i sentimenti di questa Piazza contro l'Amministrazione Comunale. Siamo la città più tassata d'Italia e con servizi più scadenti. Dove tutto è incerto e precario, dove dilaga l'ingiustizia e aumentano le disuguaglianze.
In questa città non c'è sicurezza del lavoro, non c'è sicurezza sul lavoro, non c'è sicurezza sul futuro dei nostri giovani che privi di punti di riferimento, si sfogano con la violenza.
E'sempre più nebuloso anche il futuro di quanti hanno perso il lavoro da tempo e sono privi di qualsiasi sostegno al reddito. In questi giorni si sta parlando molto di piano lavoro, crescita, sviluppo, temi molto cari al sindacato, ma intanto assistiamo alla tragedia dei dipendenti ‘Auchan'.
Lavoratori anziani e sicurezza: un binomio sempre più attuale, in ragione del progressivo invecchiamento e dell'età pensionabile sempre più elevata. Accanto ad essi c'è il mondo dei pensionati ed anziani abbandonati al proprio destino, perchè non c'è attenzione nei loro confronti, vulnerabili e fragili, ma oggi ancora più di ieri, punti di riferimento e colonne portanti delle famiglie di oggi costrette a farei conti con salari sempre più bassi.
Siamo di fronte ad adolescenti che si ritrovano frastornati perchè le famiglie sono distratte, indaffarate a rincorrere la vita quotidiana che chiede un impegno sempre più ossessivo.
Ma di fronte a queste categorie, che avrebbero bisogno di conforto, assistenza, aiuto, dove sono le istituzioni? Dov'è il sostegno sociale e la sicurezza che il comune dovrebbe garantire?
Tagliando le risorse per l'istruzione, per le politiche giovanili, per le politiche sociali, ancora oggi considerate la Cenerentola delle politiche attive sui territori, si peggiorano solo le cose. Questo non è più tollerabile.
Denunciamo una significativa differenza di compartecipazione tra i vari ambiti territoriali oltre la mancata e tardiva compartecipazione da parte dei comuni.
E' innegabile che permangono delle criticità in parte dovute alla difficoltà di consolidare gli assetti istituzionali degli ambiti territoriali e della scarsa cooperazione tra i comuni e la regione e la provincia.
Come sindacato dei pensionati, stiamo mettendo in campo progetti, unitamente alle associazioni di volontariato per migliorare le condizioni sociali di pensionati, lavoratori, cittadini e famiglie al fine di recuperare quel minimo di certezza e sicurezza che serve a tutti per andare avanti.
Tocca però alle istituzioni fare la propria parte. Affinchè tali progetti trovino realizzazione.
C'è bisogno di un osservatorio permanente su disagi e povertà; è necessario un controllo attento per evitare ritardi, ridondanze e sprechi sulla spesa sociale.
La Cisl e la Fnp hanno ribadito con forza la drammaticità e la poca utilità di una concertazione affannosa a causa dei tempi stretti, imposti dalle linee guida della regione, evidenziando che per l'ennesima volta ci si ritrova a programmare i servizi a fine anno, quando non si può fare altro che constatare, al massimo, il solo mantenimento dei servizi in essere.
Dobbiamo dare un ruolo più incisivo e qualificante alla concertazione sociale, non solo come vincolo obbligatorio, ma come lavoro di rete e azione di complementarietà tra soggetti diversi che concorrono verso uno stesso obiettivo.
E' necessario che vi sia un pieno coinvolgimento nel processo normativo di tutti i livelli istituzionali e un pieno coinvolgimento di tutti gli attori sociali assumendo una concezione di sussidiarietà orizzontale, che non si limiti ai solo aspetti operativo/gestionali/erogativi, ma che coinvolga le organizzazioni sociali nei processi decisionali a livello di indirizzi progettuali, di valutazione e monitoraggio.
Noi ci proponiamo come portatori di idee ed impegno sempre che qualcuno dai palazzi istituzionali ci voglia ascoltare.
Aiutare chi è nel bisogno non è un'opera buona, è un dovere.
Viva il 1 maggio.