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22/10/2024
“Lo ripetiamo da tempo: non possiamo perdere il nostro Ssn
pubblico e universale che tutto il mondo ci invidia. Mentre ci si continua ad
accapigliare, si perde di vista il necessario riordino della sanità pubblica,
indispensabile per dare efficienza al sistema e per utilizzare bene i soldi. E
soprattutto si continua a rinviare, senza rispondere, ad aspettative e diritti
dei cittadini di tutte le regioni del Paese, sud compreso”: lo dichiara
il segretario generale Fnp Cisl, Emilio Didonè.
“La sanità non può essere considerata solo un costo: è
invece un investimento importante per il futuro del Paese, in ricerca e posti
di lavoro qualificato, in salute e benessere delle persone. Non è solo una
questione di quante risorse ci mettiamo – continua Didonè - ma di benefici, di
benessere, di felicità e di progetto Paese. E’ vero che il finanziamento del
Ssn pubblico corrisponde al 6,2 % del Pil Italia - circa un punto meno della
media dei Paesi Ue - ma il Fondo sanitario nazionale è stato incrementato,
passando dai 126 mld nel 2022 fino ai 140,6 mld previsti per il 2026. In
particolare, i 128,8 del 2023 sono diventati 134 mld nel 2024 (+5,2 mld), poi
incrementati di 2,4 mld nel 2025 (136,4) e di 4,2 mld nel 2026 (totale 140,6
mld).
Il nostro dovere di sindacalisti e di addetti ai lavori
impone di fare chiarezza sui numeri che, in questo caso, sono semplici e da
leggere: invitiamo quindi la politica a considerare il diritto alla tutela
della salute dei cittadini invece di continuare a leggere i numeri a beneficio
di media e social.
Un po’ più di serietà: la sanità – conclude il segretario
generale Fnp Cisl - non è né di destra, né di sinistra e né di centro, e
certamente un po’ più di responsabilità da parte di tutti non guasterebbe”.