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17/10/2024
Si è tenuto ieri mattina, la presentazione
del Rendiconto sociale 2023 dell’Inps di Avellino. In provincia più della metà
dei pensionati percepisce un assegno inferiore ai mille euro lordi. L’Inps
eroga infatti, nella provincia di Avellino 103.417 pensioni e si contano 29.005
indennità per le inabilità, tra invalidità civile ed assegni di accompagnamento
che, «uniti ai dati delle prestazioni per Reddito di cittadinanza e Pensioni di
cittadinanza danno nel 2023 il quadro della povertà della provincia», ha evidenzia
Ignazio Ganga, componente del Consiglio di indirizzo e vigilanza dell’Inps
nazionale, all’incontro presso la sala Umberto Agnelli della sede di
Confindustria. «Il bilancio sociale provinciale – dichiara Ganga - non è uno
strumento contabile dell’Inps di Avellino, ma è la fotografia, l’analisi della
realtà territoriale. Quello che si evince da questa analisi può preoccupare o
meno a seconda dei dati che vengono analizzati dall’incontro fra le forze politiche
e le organizzazioni sindacali». E prosegue dichiarando: «Partendo dall’analisi
della popolazione, dall’andamento della natalità e dai flussi migratori e
immigratori si capiscono i motivi della diminuzione della popolazione costante
negli anni. Tutto ciò, confrontato con i tassi di occupazione per genere ed età
e con quelli di inattività per età, fornisce il quadro di una provincia e
quanto sia necessario intervenire sui processi occupazionali con la indicazione
delle specializzazioni». A spiegare il rendiconto, il presidente del Comitato
Provinciale dell’Inps, Raffaele Tangredi, già Segretario Generale Fnp Cisl
IrpiniaSannio: «Il bilancio sociale è un importante strumento di trasparenza e
responsabilità, attraverso il quale l'istituto illustra in maniera chiara ai
cittadini tutte le sue attività e il valore generato per la comunità. Questo
documento implementa quel rapporto di fiducia tra l’ente e la popolazione
locale che è alla base dell’impegno dell'Inps nel perseguire gli obiettivi di
benessere sociale ed economico». Il Presidente Tangredi focalizza l’attenzione
su vari punti: «il rapporto che è di 1,6 lavoratori per ogni pensionato, potrebbe
peggiorare rovinosamente nei prossimi decenni. Il dato più preoccupante che si
evince da studi approfonditi sulla materia è che anche nella nostra provincia
c’è uno squilibrio fra pensionati e lavoratori di due a uno, come in tutto il
resto della nazione con la conseguenza che con il protrarsi di questa
situazione, si finirà irreversibilmente ad aumentare il debito pubblico». Il Segretario
Tangredi, ribadisce poi: «la crisi demografica con la diminuzione della forza
lavoro disponibile e l’invecchiamento della popolazione, comporta in maniera direttamente proporzionale
l’incremento della domanda di servizi sanitari e di assistenza agli anziani con
un impatto sui pensionamenti e sui sistemi di welfare». Il panorama
sociodemografico della provincia di Avellino, in linea con la tendenza
regionale, «risulta essere caratterizzato da un andamento naturale con saldo
negativo costante – aggiunge Tangredi nel rendiconto -, consequenziale ad un
aumento, nel tempo, dei decessi a fronte dei dati allarmanti circa la
denatalità, fenomeno che sta colpendo tutta Italia». «Ci stiamo dirigendo –
afferma il presidente - verso una trasformazione del mercato del lavoro che con
l’introduzione dell’intelligenza artificiale comporterà: la sostituzione di
lavori manuali e ripetitivi con macchine e algoritmi; la creazione di nuovi
lavori legati allo sviluppo e alla manutenzione delle tecnologie; la necessità
di riqualificare e aggiornare le competenze dei lavoratori; la crescita del
lavoro a distanza e della gig economy».