La dinamica demografica in Italia, i dati Istat dopo due anni di pandemia

La dinamica demografica in Italia, i dati Istat dopo due anni di pandemia

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22/04/2022



Calo delle nascite e Covid19, le ragioni di un trend negativo

 

L’Istat ha pubblicato i dati sulla dinamica demografica del 2021, che, purtroppo, continuano a confermare un trend negativo. Al 31 dicembre 2021 la popolazione residente in Italia ammonta a 58.983.122 unità, 253.091 in meno rispetto alla stessa data del 2020 (- 0,4%).

Alle conseguenze dirette e indirette dell’epidemia da Covid-19 osservate nel 2020 (drammatico eccesso di mortalità, forte contrazione dei movimenti migratori, quasi dimezzamento dei matrimoni celebrati), nel 2021 si aggiungono gli effetti recessivi dovuti al calo delle nascite, che scendono sotto la soglia di 400 mila, facendo registrare ancora una volta un nuovo minimo storico dall’Unità d’Italia.

Il decremento di popolazione tra l’inizio e la fine dell’anno 2021, riguarda tutte le ripartizioni geografiche, ma il Nord continua a registrare una perdita rilevante (Nord-ovest - 0,3% e Nord-est - 0,2%), anche se di entità inferiore rispetto a quella dell’anno precedente (rispettivamente - 0,7% e - 0,4%). Anche al Centro il deficit di popolazione è più basso (- 0,4% contro - 0,6% del 2020). Tra le regioni del Mezzogiorno, Calabria e Sicilia registrano decrementi più elevati rispetto al 2020 (da - 0,8% e - 0,6% a - 0,9% e -0,7%), anche se in linea con la dinamica del 2019.

Il nuovo record minimo di nascite (399 mila) e l’elevato numero di decessi (709 mila) fanno sì che il saldo naturale, che già nel 2020 aveva raggiunto un valore inferiore solo a quello record del 1918 (- 648 mila), nel 2021 registri un ulteriore deficit di “sostituzione naturale” pari a - 310 mila unità. Un eccesso di decessi, dovuto all’epidemia fino al mese di maggio 2021, e il calo delle nascite ha contribuito a determinare, solamente nei primi cinque mesi del 2021, una perdita di 164 mila unità, con un peso percentuale del 53,1% sul saldo naturale dell’intero anno.

Il deficit dell’anno 2021 dovuto alla dinamica naturale è riscontrabile in tutte le Regioni, tranne nella provincia autonoma di Bolzano (+123 unità), che si caratterizza per una natalità più alta della media. Le regioni che maggiormente vedono peggiorare il tasso naturale (oltre l’1,5 per mille in meno rispetto al 2020) sono il Molise (- 9,5 per mille) e la Calabria (- 5,4 per mille). In Lombardia (- 4,0 per mille da - 6,6) e nella provincia di Trento (- 2,4 per mille da - 4,6) si hanno, invece, i recuperi più elevati rispetto al 2020.

Il calo delle nascite

Per quanto riguarda i nati della popolazione residente, nel 2021 sono stati appena 399.431, in diminuzione dell’1,3% rispetto al 2020 e quasi del 31% rispetto al 2008. Va segnalato che il calo dei nati totali già osservato nel corso del 2020 (- 3,6% rispetto al 2019) è dovuto solo in parte agli effetti della pandemia. Al contrario, tali effetti sono più evidenti nel corso del 2021, già a partire dai primi mesi dell’anno: a gennaio si registra la massima contrazione delle nascite a livello nazionale (-13,4%), con un picco nel Sud (-15,0%). Il calo continua nel mese di febbraio, seppure in misura più contenuta (- 4,8%).

A favorire il crollo delle nascite tra dicembre 2020 e febbraio 2021, sottolinea l’Istat, vi è stata certamente la posticipazione dei piani di genitorialità, particolarmente accentuato tra le donne più giovani. Il trend negativo inizia a essere meno marcato dal mese di agosto, fino a invertire decisamente segno nei mesi di novembre e dicembre, quando si registrano aumenti consistenti di nati rispetto agli stessi mesi del 2020 (rispettivamente + 6,8% e + 13,5%).

L’impatto della pandemia da Covid-19

I dati dell’Istat, per coloro che si fossero dimenticati degli effetti devastanti del Covid complice questo clima di “liberi tutti” che si sta imponendo nel Paese, ci riportano alla triste realtà. L’impatto del numero di morti da Covid sulla dinamica demografica è rilevante anche nel 2021: circa 59 mila decessi, pari all’8,3% dei decessi totali per il complesso delle cause, in calo rispetto all’anno precedente che ne registrava 77 mila, il 10,3% del totale.

Anche il totale dei decessi (709.035) risulta in diminuzione rispetto all’anno precedente (oltre 30 mila decessi in meno) ma è significativamente superiore alla media 2015-2019 (+9,8%).

Nel Mezzogiorno si osserva l’eccesso di mortalità maggiore dell’anno 2021 rispetto al periodo 2015-19 (+12,9% di decessi), con regioni come Puglia (+18,5%) e Molise (+14,6%) ben sopra la media nazionale (+9,8%). Al Nord solo la Provincia autonoma di Bolzano e il Friuli-Venezia Giulia presentano un eccesso superiore al 13%.

Gran parte dell’eccesso di mortalità correlata al Covid-19 è stato osservato nei primi cinque mesi del 2021, quando la copertura vaccinale era ancora molto bassa. Con l’intensificarsi della campagna di vaccinazione, la mortalità Covid correlata è significativamente diminuita. Ancora una volta, sull’efficacia e la necessità di vaccinarsi contro il Covid parlano in maniera incontestabile i numeri.

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