Nord Sud

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11/02/2021



Senza voler raffreddare gli entusiasmi per la nomina del Presidente del Consiglio incaricato Draghi e senza voler disobbedire al Presidente Mattarella che chiede coesione, unità, capacità di fare un passo indietro nell’interesse generale, ci sembra che sia del tutto ignorato il tentativo di avviare un processo di riduzione del gap nord sud.

Dobbiamo chiederci il povero Draghi tra tutte le cose richieste dalle forze politiche, sindacali e produttive, che cosa metterà in piedi? Metterà in piedi una tutela forte e finanziamenti mirati per quelle imprese che hanno capacità produttiva e quindi capacità di aumentare il Pil.

Dove stanno queste imprese? Tutte nel centro nord. Se Draghi farà questo, aumenterà il Pil del paese, ma si ripeterà il traino del nord sui territori del sud aumentando il gap tra nord e sud. Se ciò avverrà, il lavoro ci sarà, ma ci sarà solo nel centro nord. Se queste poche considerazioni avranno un fondamento di verità nell’azione del governo il mezzogiorno resterà abbandonato a sè stesso.

In particolare in Campania che cosa bisogna fare per tentare di risalire la china? La Campania deve fare i conti con sè stessa, come?

1.dare esecuzione alle opere già stanziate e finanziate che sono ferme e devono ripartire subito;

2.il territorio e l’ambiente vanno messi in sicurezza e fruibilità;

3.non è possibile che questa regione diventi un colabrodo e ad ogni pioggia si hanno frane e smottamenti.

Basterebbero queste poche cose che si possono realizzare in pochi giorni e avremmo fatto già un buon pezzo di strada.

Ma alla Campania serve anche chiudere con una stagione passata e rivestire le nuove attività e iniziative di un minimo di serietà culturale. Basta con i furbetti e basta col pensare che ci sarà sempre qualcuno che pagherà per noi.

E’ prima di tutto un passaggio culturale e sociale che bisogna fare, da questa pandemia da soli non si esce, noi dobbiamo fare ogni sforzo per uscire in maniera migliore di come ci siamo entrati e allora deve cambiare l’approccio, il modo di porsi, questa è la battaglia più difficile per le popolazioni meridionali e per i campani in particolare.

Il sindacato confederale e la Cisl in particolare hanno dato sia al governo nazionale e in pratica sul territorio regionale con la segretaria Doriana Buonavita, una risposta chiara: dalle difficoltà si esce tutti insieme attraverso un metodo di confronto e concertazione che ha prodotto in regione tavoli di approfondimento che stanno andando avanti e che devono dare i loro frutti concretamente e in poco tempo.

In questa situazione difficile il sindacato è riuscito a chiudere il contratto dei metalmeccanici, sembra quasi un miracolo, eppure oggi un’importante categoria dell’industria lavora e si impegna in maniera decisa per produrre di più. Il patronato non ha dimostrato sempre la stessa tenacia basti pensare alla vertenza tuttora in atto della Whirlpool che preferisce andare al nord e chiudere lo stabilimento del sud, anche se produttivo.

Questo ci deve porre un interrogativo il nostro territorio deve diventare attrattivo per gli investimenti, deve diventarlo perché sicuro, perchè i nostri mezzi di trasporto devono funzionare, perché le nostre infrastrutture, la viabilità e le ferrovie devono togliersi di dosso quell’apatia rassegnata che non deve trovare più posto nelle nostre relazioni. Questo deve fare la Campania per il territorio campano, ma soprattutto per il suo turismo, perché il nostro territorio non è solo bello ma è pieno di storia di arte e di cultura. Ecco perché bisogna riportare a godere tutti di un evento eccezionale che solo in Campania vi è, quello di un’armonia forte tra la nostra storia, le nostre opere d’arte e quella capacità tutta campana di saper rendere fruibili e accoglienti. Questo bisogna incominciare a fare in Campania.

6 milioni circa di abitanti di cui 1 milione e 300mila pensionati sono numeri alti per un territorio forse toppo piccolo, ma se ci mettiamo insieme per realizzare occasioni di sviluppo questo territorio, come in passato, in tutta la sua storia, sa dare risposte chiare per il nostro futuro.

 

Il Reggente

Augusto Muro

 

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