Piero Ragazzini su Il Dubbio: Più attenzione per gli anziani e più risorse al welfare

Piero Ragazzini su Il Dubbio: Più attenzione per gli anziani e più risorse al welfare

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26/06/2020



Il segretario FNP CISL Piero Ragazzini invita Governo e Istituzioni a riconoscere il valore dei pensionati

Solo riconoscendo il valore e il grande apporto che i pensionati hanno dato al nostro Paese è possibile costruire una nuova società, basata sul rispetto e sulla solidarietà. È da questa semplice considerazione che tocca partire per un'attenta scelta delle cose da fare per mettere in campo un nuovo modo di affrontare il futuro dopo l'emergenza Covid-19.

Gli anziani rappresentano il nostro passato, la nostra storia, ed è da loro che dobbiamo imparare per approfittare di questa crisi e trasformare una catastrofe in un'occasione propizia, capace di dare un volto nuovo ad un mondo che, con le sue disfunzioni e incongruenze, forse non andava più bene già prima del Covid. Non ci siamo resi conto o non abbiamo voluto ammettere che diverse cose andavano cambiate: la sanità, il lavoro, il welfare.

Tutte queste cose sussistono ora in un contesto completamente diverso rispetto a qualche mese fa, quando comunque risultavano già incapaci di rispondere alle reali esigenze del Paese. Abbiamo per anni chiesto che si intervenisse su una Sanità inefficiente, abbandonata, gestita in maniera anomala; le nostre richieste per un welfare nuovo, in grado di far fronte alle sempre più numerose e non facili necessità di una vita che si allunga, portandosi con sé patologie croniche da curare con assiduità, non hanno avuto mai risposte, se non quelle che si limitavano a concessioni occasionali poco efficaci, invece che essere inserite in un programma di lungo periodo che si sarebbe dovuto realizzare su tutto il territorio nazionale.

Assistiamo ancora, invece, ad un sistema disorganizzato, disomogeneo, con ospedali d'eccellenza accanto a strutture obsolete e prive dei più essenziali servizi di assistenza e cura. E la dimostrazione di tutto ciò l'abbiamo avuta proprio in questi mesi di lotta ad una pandemia che ci ha travolti e devastati, non solo per l'aggressività del virus ma anche e soprattutto per una risposta sanitaria inadeguata, con poche risorse a disposizione, da utilizzare non solo nell'approvvigionamento dei dispositivi di protezione individuale, ma soprattutto in investimenti volti ad assumere giovani medici e ricercatori costretti, loro malgrado, ad andare all'estero a far grande la sanità di altri Paesi, piuttosto che rimanere qui a migliorare la propria.

In quei giorni bui in cui non si riusciva a contrastare l'impennata di contagi e decessi, siamo dovuti ricorrere ad appelli volti alla ricerca spasmodica di medici e infermieri da tutte le regioni per dirottarli verso la Lombardia, la regione più martoriata dall'emergenza Coronavirus, proprio perché il nostro Paese risultava mancante di un sistema integrato di cura, capace di reperire le proprie risorse umane in un momento di forte crisi, simile a quello che si vive durante una guerra. Una cosa, questa, che un Paese civile non può permettersi: non è concepibile dover accettare una situazione in cui, di fronte alla necessità di far fronte ad una pandemia terribile, si debba assistere alla scomparsa, anche di un solo anziano, perché costretti a fare una scelta tra chi ha maggiori probabilità di sopravvivere e chi no.

A tutto ciò ora dobbiamo dire basta: abbiamo diritto ad una sanità efficiente, all'altezza delle necessità di una società che cambia, che presenta difficoltà sempre crescenti, dove quasi ogni famiglia ha al proprio interno un anziano, un invalido o un disabile a cui prestare assistenza, conciliando il tutto con esigenze lavorative e familiari. Il governo deve dare quelle risposte che ha rinviato più volte nel tempo: gli Stati Generali che il Presidente Conte ha portato avanti per 10 giorni incontrando associazioni, parti sociali e imprese, hanno lasciato in disparte anziani e giovani, i due anelli deboli della società, i più fragili, quelli che non riescono a salvaguardare il proprio presente e quelli che non sanno come costruire il proprio futuro.

Quelli che, come rilevato qualche giorno fa dal Censis, il Covid ha portato a mettere nuovamente gli uni contro gli altri in uno scontro generazionale che avevamo in questi anni cercato di affievolire, dove i giovani vogliono avere l'accesso alle cure sanitarie prima degli anziani, ritenendo questi ultimi privilegiati e dissipatori di risorse.

Ora più che mai il Paese ha bisogno di un grande patto sociale, nel quale sia finalmente possibile rispondere alle istanze della parte dimenticata della società, quella invisibile, che sale agli onori della cronaca solamente nel momento della tragedia purtroppo, quella che, come ha dichiarato lo stesso presidente Conte, ha fatto grande il nostro Paese e che il Paese non ha saputo o voluto apprezzare. Al governo, alle istituzioni, al Paese ora rivolgiamo l'invito a non sprecare quest'occasione di rilancio, per la crescita, lo sviluppo, la coesione sociale che, se è vero debba avere l'obiettivo di cambiare il volto dell'Italia, sappia anche scegliere il percorso giusto da fare affinché non lasci indietro nessuno, men che meno coloro i quali sono sempre rimasti gli ultimi della fila.

Piero Ragazzini
Segretario Generale FNP CISL

 

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