Videoconferenza "Politiche dell'Agroalimentare, pre e post Covid-19" – 23 giugno 2020

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23/06/2020



“In questi mesi Gigi Sbarra e Annamaria Furlan, ci hanno accompagnato alla riapertura delle sedi, focalizzando l'attenzione sul tema della sicurezza.

In tal senso, il decalogo per la ripartenza, redatto dalla Confederazione è stato di grande aiuto, per i 10 punti sui quali porre attenzione.

Il confronto con la politica, con le istituzioni e con tutto il mondo datoriale, deve continuare e urge tenere alta l'attenzione, soprattutto adesso che sembra essersi risvegliata un'antica e a noi tanto cara azione, ovvero quella della concertazione.

Non posso che condividere il richiamo di Annamaria Furlan, al patto sociale, dove organizzazioni sindacali, datoriali e governo, debbano decidere quale è l'idea d'Italia che vogliono mettere in campo.

È ovvio che le azioni assistenziali messe in campo finora, anche dal governo regionale, non sono più sufficienti.

Proprio ieri abbiamo risollecitato il governatore, che sembra essersi riassopito, per quanto riguarda le scelte da mettere in campo per il rilancio. Gli abbiamo detto che non può finire qui il tempo del dialogo. E se il dialogo avuto finora, dovesse rivelarsi finalizzato ad altro, noi ci tiriamo indietro da qualsiasi altro fine.

Siamo in piena campagna elettorale e i bisogni della politica, sono in forte conflitto con quello che invece servirebbe ora.

Il tema della deforestazione, della tutela del territorio, degli operai forestali, rispetto a tutte quelle che sono le tematiche che abbiamo sollevato, rimangono legate a problemi irrisolti che richiedono attenzione, unitamente a tutte le forme di lavoro precario.

Ringrazio la Fnp per essere sempre presente, e tutti i partecipanti”, ha dichiarato la Segretaria Generale Cisl Campania, Doriana Buonavita.

“Nel settore agricolo trovano lavoro il 6% della forza lavoro in Campania.

L'intera filiera si distribuisce in maniera differenziata tra le città campane: a Napoli l'industria alimentare, a Salerno la coltivazione di frutta, ortaggi e da un bel po' l'affermarsi della quarta gamma, a Caserta la lavorazione del tabacco, ad Avellino e Benevento vini e olio. 

Le conseguenze del Covid, in questo settore non sono da sottovalutare anzi. Ben accolto il bonus per i lavoratori nel mese di marzo.

In Campania soprattutto non si sono riscontrate criticità, per la manodopera, ma dal 6 giugno con l'alleggerimento delle misure restrittive abbiamo completamente risolto il problema, con l'arrivo di persone proveniente da diversi paesi europei.

Ha fatto clamore una spinta della Coldiretti nel tornare ai voucher, che in agricoltura non servono, perché un bracciante agricolo assunto a 51 giornate di lavoro l'anno con un contratto che va dal 1 gennaio al 31 dicembre con tale numero di giornate, non ha bisogno di lavorare coi voucher che rappresentano il vero e proprio caporalato in forma cartacea. In questo settore, la lotta principale è quella del lavoro a nero e del caporalato.

Il ruolo dei lavoratori forestali è di fondamentale importanza, poiché senza di loro, alcune zone sarebbero completamente lasciate senza alcuna tutela.

Allo stesso modo sono importanti i consorzi di bonifica, enti fondamentali per la tutela del territorio.

Bisogna permettere alle aziende agroalimentari della Campania di sopravvivere e perciò bisogna avere un ruolo attivo nei confronti della regione e non solo. La Ministra Bellanova ha annunciato che ci saranno fondi consistenti per il settore agro-alimentare, e da destinare alle criticità inerenti il tema dell'acqua.

Ma ciò non basta. Siamo dinanzi ad una situazione che richiede per la risoluzione di alcune criticità, una forte sburocratizzazione” ha affermato il Segretario Generale Fai Cisl Campania, Bruno Ferraro.

“La nostra regione vanta ben 12mila lavoratori stagionali e 2mila lavoratori fissi, in un settore che ha una storicità ed un impatto economico importante.

Ma l'agroalimentare è un settore che gode di una reputazione negativa, a causa del caporalato, di atteggiamenti superficiali e a limite della legalità da parte degli imprenditori.

C'è forte bisogno di richiamare l'attenzione sul tema, non fermandoci mai!” ha dichiarato il Direttore Generale dell'ANICAV, Giovanni De Angelis.

“La nostra è una confederazione ad ampio respiro, e nessuna tematica sfugge all'attenzione delle categorie. Il mio motto è quello di agire secondo le 3 C: coltivare, costruire e condividere.

La parte politica adesso è finita, è ora di agire e quindi lavorare, lavorare, lavorare.

Al tavolo dell'agricoltura, non deve sedersi solo Coldiretti, Cia e Confagricoltura, bensì anche le associazioni di categoria come Terra Viva.

Ci sono cento milioni finanziati dalla Campania, che non solo devono essere spesi, ma devono essere spesi bene.

Non possiamo più sottovalutare il ruolo di alcuni protagonisti, nella filiera agroalimentare, come i consorzi di bonifica, fondamentali per l'acqua e la tutela dell'agricoltura” ha affermato il Segretario Generale Fai Cisl Irpinia Sannio, Fernando Vecchione.

“Le conseguenze del Covid-19 dureranno per molti altri mesi. Siamo solo all'inizio di una crisi senza precedenti.

Nel settore agricolo, in Italia lavorano oltre un milione di persone, ma circa 450mila di queste non raggiungono le 51 giornate di lavoro che danno accesso alle tutele previdenziali e assistenziali. E invece le organizzazioni di rappresentanza delle grandi aziende del settore agroalimentare stanno approfittando della crisi attuale, per tentare di precarizzare ulteriormente il lavoro agricolo, estendendo l'impiego dei cosiddetti voucher, lamentando carenze di manodopera, e simili criticità. Tale scelta è stata fortemente sostenuta anche da forze politiche in Parlamento e l'argomento a sostegno è quella del richiamo degli italiani a svolgere lavori, altrimenti destinati solo a forza lavoro dell'Est Europa. Ma tutto ciò è inaccettabile, perché mortifica i diritti dei lavoratori e risulterebbe inoltre essere in contraddizione con ciò che si sta verificando a valle della filiera dove, in molte aziende alimentari, abbiamo raggiunto importanti accordi in applicazione del Protocollo sulla sicurezza a tutela dei lavoratori e diverse imprese hanno introdotto misure di gratificazione economica per i lavoratori che hanno continuato a lavorare, senza mai fermarsi anche durante l'emergenza sanitaria.

In agricoltura, al contrario, si vuole rispondere alla stessa necessità con uno strumento che precarizza il lavoro e che risulta anche essere improprio, in quanto l'utilizzo dei cosiddetti voucher è previsto per il solo lavoro accessorio e non per il lavoro ordinario. Ciò risulta, insopportabile e lesivo della dignità dei lavoratori agricoli, che a maggior ragione in questo momento, dovrebbero vedere riconosciute le piene tutele contrattuali. Perciò noi, non distoglieremo mai l'attenzione da temi fondamentali come questo, per l'economia di un territorio”, ha dichiarato il Segretario Generale FAI CISL Nazionale, Onofrio Rota.

 

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