Riflessioni per la ripresa

Riflessioni per la ripresa

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03/04/2020



La grave emergenza del Corona Virus oltre che trasformare i ritmi di vita dei cittadini ci pone dinanzi un quesito importante, come ricostruire e come uscire dalla crisi pesantissima che ci porterà ad una povertà diffusa.

Abbiamo bisogno di pensare oggi e in fretta cosa fare per la ricostruzione da qui a 2 massimo 3 settimane.

La domanda se la pongono tutti gli organi di informazione e si vede riapparire personaggi come la Fornero, come Monti come lo stesso Prodi, quelli che hanno voluto un'Europa nell'euro, congegnata in maniera che il nostro debito pubblico fosse raddoppiato e quelli che nel 2007-2008 hanno chiesto prebende per sé: Monti non prendeva la Presidenza del Consiglio se non fosse stato fatto senatore a vita e Napolitano lo accontentò, la Fornero, che piangeva in televisione per i sacrifici enormi che imponeva alle famiglie pur sapendo di servire la logica perversa della spending review che l'asse franco tedesco imponeva all'Italia.

Questi oggi si ripresentano come coloro che possono far ripartire l'Italia e ricostruire l'Italia.

Ebbene questi non hanno capito nulla, qui bisogna fare il contrario di quello che abbiamo fatto fino ad oggi.

Qui bisogna smitizzare la funzione del debito pubblico, la cui garanzia sta nella forza del paese, nella capacità del paese di risparmio, nella capacità del paese ancora alta di produrre.

Qui bisogna mettere in circolo ameno 100 miliardi da Europa, Stato e Regioni, di euro a fondo perduto, senza restituzione che devono aiutare le famiglie e le imprese e questo bisogna dirlo a chiare lettere e non abbiamo bisogno dei tecnocrati del grande capitalismo asserviti all'asse franco tedesco della spending review.

Abbiamo bisogno di una classe dirigente capace di rilanciare e di fronteggiare i bisogni reali del paese, che deve imparare a riprodurre ciò che oggi tragicamente abbiamo scoperto che non producevamo più.

La globalizzazione ci ha imposto quello di non produrre beni perché lo producevano a minor costo altri, sfruttando la gente.

Il paese deve riprendere in tutta la sua estensione territoriale a produrre beni Made in Italy di qualità.

Il paese ha bisogno di smetterla con un urbanesimo feroce in cui le grandi città diventano aree invivibili dove non si respira più, dove c' è lo smog, dove c'è un inquinamento feroce.

Il territorio va utilizzato tutto per le sue vocazioni, la gente deve ritornare a vivere in condizioni e a ritmi umani ecco la necessità quindi di cambiare registro, lo deve cambiare il paese, ma lo deve cambiare soprattutto l'Europa.

Un dato positivo c'è: la rottura dell'asse franco tedesco, quindi è oggi che l'Italia deve alzare la voce e pretendere le risorse necessarie liquide ed esigibili da immettere nei flussi economici.

La liquidità, altro che 2000 euro pro capite, qui bisogna mettere in campo energie forti per sostenere le piccole e medie imprese e soprattutto nel Mezzogiorno e in Campania, che ha risposto meglio degli altri, pur essendo spesso derisa ed offesa, nell'attuale fase di Corona Virus.

E il principio con il quale in base alla popolazione si chiede la ripartizione delle risorse nazionali è un principio che va modulato secondo le reali esigenze dei territori, altro che autonomia differenziata, è di un solidarismo profondo di cui si ha bisogno, per sorreggere le imprese del centro nord e rilanciare quelle del centro sud.

Vedete il dato negativo è che non abbiamo una classe dirigente capace di pensare in questi termini.

Non abbiamo la formazione necessaria dei nostri politici, perché abbiamo discriminato i partiti e li abbiamo visti come sentina di ogni male e abbiamo tentato di fare la stessa cosa col Sindacato.

Una società plurale, una società con più centri decisionali diffusi sul territorio non accentrati in una sola parte, capace di interagire con le proprie esigenze, con le proprie risorse e con quelle a disposizione delle Regioni, dello Stato e dell'Europa.

E l'Europa dovrà seguire la stessa strada, altrimenti l'Europa morirà perché diventa solo un peso.

È necessario che noi ne prendiamo atto e questi vecchi bacucchi che di tanto in tanto appaiono, devono andare a casa definitivamente.

Io mi auguro che i giovani e le donne, la nuova leva dei laureati, che se ne vanno all'estero vogliono rimanere in Italia a ricostruire il nostro Bel paese.

 

Il Segretario Generale

Fnp Cisl Campania

Augusto Muro

 

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